4.4.11

La mia valigia

A scuola stiamo lavorando  sul tema del viaggio.
Abbiamo guardato, stupite e incuriosite, le foto della migrazione italiana all’estero, ascoltato e letto varie storie di viaggi e traslochi, cantato diversi canti di viaggio e migrazione e cercato le parole del nostro viaggio.

 

Un giorno poi abbiamo costruito la nostra valigia. Avevamo a disposizione varie scatole di scarpe, grandi, piccole, strette e lunghe. Ognuna ha scelto la sua scatola e con forbici, taglierini, colle, ferma-campioni, carte colorate, riviste, stoffe, nastri, fili, lane e bottoni ha costruito la propria valigia.




Una valigia vera e propria, che si apre e che si chiude, che si può portare con il manico e con la tracolla. Poi su piccoli bigliettini colorati ognuna ha scritto la cosa più importante che ha portato con sé dal proprio paese e una cosa importante che invece si è accorta di aver dimenticato.

 
Quando sono venuta qui ho lasciato i vestiti di mio padre. Solo dopo io ho pensato che per me importante. Mio padre era morto.
Io quando ho preparato la mia valigia ho pensato di mettere le foto di mio padre e anche di mia mamma perché loro non ci sono.
Sharmin

Ho lasciato la mia mamma e il mio papà.
Ho portato con me i miei figli che sono importanti.
Riaz Saeda

Quando sono partita dal mio paese ho dimenticato un regalo di mia sorella. Era un soprammobile con la sua foto.
Quando sono venuta in Italia ho portato un libro di religione. Si chiama Quran. Per un musulmano è importante il Quran per pregare.
Jesmin

Ho dimenticato la mia mamma e papà.
Ho portato i gioielli importanti per me perché quando io parto in Italia i miei genitori mi hanno regalato.
Nila

Quando io vengo qua io ho lasciato in Bangladesh le foto molto importanti di mio fratello.
Quando io vengo qua io ho portato l’oro del matrimonio.
Arifa

Io ho dimenticato di salutare mio fratello.
Ho portato il profumo che piace a mio marito.
Hanaa

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